Educare è diventare persona

3 Marzo 2020

Educare.. non è mai stato facile e oggi sembra diventare sempre più difficile. Lo sanno bene tutti coloro che hanno dirette responsabilità educative. Siamo dinanzi ad una generazione che ha visto spegnersi le proprie ragioni di fiducia e, che vede il futuro più come minaccia che come promessa [1]. O addirittura come afferma Galimberti : un ospite inquietante,  è penetrato nell’animo dei giovani fino a confondere i loro pensieri, a cancellarne  gli orizzonti e a intristire anche le loro passioni. Siamo dinanzi ad una emergenza educativa, come cifra interpretativa della nostra stagione storica.

L’insuccesso a cui si va incontro, spesso porta ad incolpare le nuove generazioni, parlando di frattura di generazioni come causa e non invece effetto, di una assenza di trasmissione di certezze valoriali. Questa urgenza non sembra dissimile a quella di sempre, perché in fondo la grande questione è quella della libertà umana.

La libertà umana,  è sempre nuova per ogni persona. Anche i grandi valori del passato non possono semplicemente essere ereditati, vanno fatti nostri, rinnovati, con la nostra scelta personale. Ogni generazione è sfidata a raccogliere il testimone della propria libertà, risvegliando il coraggio delle decisioni definitive, necessarie per crescere e raggiungere qualcosa di grande nella vita. Il rapporto educativo è anzitutto l’incontro di due libertà… Accettare il rischio della libertà

Educare

Alla fine la radice autentica del malessere, così diffuso tra giovani generazioni non è l’assenza di possibilità di scelta, (oggi sono infinite..), quanto, identificare un perché, un senso che dia alla vita un orientamento.  Senza la Speranza, anche la fiducia umana è destinata a ripiegarsi su se, come dimostra la mancanza di desideri e slancio che sembra far invecchiare precocemente chiunque.

Persona

L’uomo non è riducibile ad un agglomerato di pulsioni e desideri, una macchina corporea, ma è un soggetto unitario., la sua ragione non è solo capace di autocoscienza, di ragionamenti formali, di rapporto con la  realtà empirica, ma si apre ai significati e alla questione del bene e del male, cercando i perché dell’esistenza. E’ la ricerca del senso del vivere e del morire, indicatore dell’apertura dell’uomo verso l’infinito, la Trascendenza. Il suo essere in relazione con il mondo e con gli altri è decisivo sul pensarsi individuo ed è  di grande stimolo per la società stessa. La libertà stessa ne beneficia. La libertà ch è anche premessa dell’amore senza il quale vi è solitudine e morte.


[1] Benasayag M., Schmidt G., L’epoca delle passioni tristi, Feltrinelli, Milano,2004